Prestate ATTENZIONE a inviare una email a un avvocato con una ‘semplice’ richiesta di chiarimento, o per un parere, una consulenza o con l’incarico a studiare una possibile causa: se l’avvocato risponde, fornendo il chiarimento o inizia a preparare “la documentazione” della pratica, l’agenzia è poi costretta a pagargli l’onorario.

Questo perché, secondo una sentenza di poche ore fa della Cassazione, chi invia una mail es. a un avvocato, e nell’email viene chiaramente conferito un incarico – anche una semplice richiesta di consulenza – occorre poi onorare la parcella.

Anche l’email – scrive la Suprema Corte – è prova del mandato professionale e tale mandato, secondo il codice civile, si considera sempre a titolo oneroso e mai gratuito, salvo diverso accordo tra le parti.

Dunque, l’unico modo per “mettersi al riparo” da incomprensioni (e quindi dalla parcella) è di precisare, nel messaggio diretto all’avvocato, che il parere viene accettato solo se a titolo gratuito.
Qualora il professionista risponda, avrà allora acconsentito alle condizioni imposte dal cliente.

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